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La Blockchain spiegata semplice

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1 settembre, 2022

di Luca Discacciati

Luca Discacciati è un investitore e trader italiano. Appassionato di mercati finanziari sin dall’età di quattordici anni, Luca è esperto di Mega Trend e analisi fondamentale dei titoli quotati in Borsa. Autore del libro “L’arte di vincere in Borsa” è co-fondatore del portale Investire.biz. Dal 2022 è ambassador di Flowe, società con la quale condivide i principi di sostenibilità.

blockchain

La parola Blockchain è sulla bocca di tutti. In questo articolo cercheremo di spiegare di cosa si tratta e che cosa si può fare con questa tecnologia.

Che cos’è la Blockchain

Criptovalute, Wallet, Bitcoin e Gas fee…. Orientarsi nel mondo delle Cripto può essere difficile, soprattutto se non si conoscono le basi della tecnologia che accomuna tutte queste parole, ovvero la Blockchain.

Le fondamenta di tutto questo nuovo cripto-mondo si trovano nella Blockchain. La Blockchain è un registro (o libro mastro) in cui si “annotano” le transazioni. Né più né meno di quello che faremmo in un normale registro cartaceo. La grande differenza è che di un registro cartaceo abbiamo una copia sola, in mano a qualcuno (che ne risulta essere il gestore centrale di cui dobbiamo avere fiducia) mentre in una Blockchain esistono migliaia di copie mantenute perfettamente allineate da un protocollo di lavorazione estremamente sofisticato. Si parla quindi di “registro distribuito” e condiviso tra i nodi di una rete di computer. La caratteristica fondamentale di questa “distribuzione” è che nessuno dei computer collegati e che ne gestiscono una copia ha un ruolo “di controllo” rispetto agli altri. Tutti sono uguali e paritetici. Questa modalità di gestione viene chiamata “decentralizzazione”, ovvero la capacità di gestire un registro senza avere bisogno di un “gestore” di cui avere fiducia.

Le Blockchain sono note soprattutto per essere alla base dello sviluppo di progetti di criptovalute (come Bitcoin) ed è utilizzata per mantenere il registro sicuro e decentralizzato delle transazioni. La “novità” della Blockchain quindi è che garantisce la fedeltà e la sicurezza nella registrazione delle transazioni senza la necessità di una terza parte fidata.

cos'è la blockchain

Quando compriamo una casa, dobbiamo firmare un rogito (il documento che certifica il passaggio di proprietà dal venditore all’acquirente) in presenza del notaio. Il passaggio di proprietà viene pubblicato poi nel registro immobiliare della Conservatoria per rendere noto a tutti chi è il nuovo proprietario dell’immobile.

Se il registro immobiliare della Conservatoria fosse un registro della Blockchain, la transazione della vendita non si troverebbe più in un solo posto ma sarà presente in tutti i computer che partecipano alla rete di quella determinata Blockchain. Se un domani immaginassimo che tutti i passaggi di proprietà potessero essere registrati su una Blockchain con una semplice transazione fra il venditore e l’acquirente, che per farlo utilizzerebbero le loro password (che in una Blockchain vengono chiamate “chiavi private”), si potrebbero eliminare anche i costi legati alla trascrizione presso una Conservatoria.

La struttura della Blockchain

Il nome Blockchain nasce dalla struttura e dal funzionamento di questa rete, che, raggiunte un certo numero di informazioni registrate, genera letteralmente un blocco, con un protocollo di crittografia che consente l’immutabile collegamento al blocco precedente.


Questo fatto di “collegare” blocchi (“incatenarli”) ha dato origine al nome di questo database distribuito e decentralizzato.

Se quindi si vuole modificare un’informazione di un blocco si dovrebbero anche modificare tutti i blocchi successivi collegati e, inoltre, questo sarebbe possibile solo se il 51% di tutti i nodi esistenti in quella Blockchain approvassero la modifica. È proprio questa caratteristica a rendere interessante la tecnologia Blockchain. 

I primi esempi di strutture a blocchi hanno fatto la loro comparsa negli anni ’90 ed il primo utilizzo “su larga scala” è coinciso con la di Bitcoin nel 2009.

Oggi si contano numerose applicazioni basate sulla Blackchain, come le criptovalute, i token non fungibili (NFT), gli smart contracts ecc…

Caratteristiche della Blockchain

La decentralizzazione

Abbiamo accennato a come, grazie ai blocchi, di fatto sarebbe difficile andare e modificare delle informazioni scritte nella Blockchain una volta che un blocco è stato chiuso. Questa non è la sola caratteristica che rende questa tecnologia interessante. Dal punto di vista della sicurezza, a rendere attraente la Blockchain è soprattutto la decentralizzazione.

Ipotizziamo che un ente possieda una grande server farm con 10.000 computer, utilizzati per gestire un database contenente tutte le informazioni sui conti dei clienti. Questo ente ha il pieno controllo di ciascuno di essi e di tutte le informazioni in essi contenute. Cosa succederebbe se un collaboratore infedele agisse sulle informazioni presenti sul database? O se un hacker avesse accesso al database e modificasse dei dati? Una serie di possibili disservizi e/o manipolazioni potrebbe avere luogo per il semplice fatto di avere un unico punto di controllo. Un unico ente gestore delle informazioni.

La Blockchain consente di decentralizzare la gestione dei dati contenuti nelle migliaia di copie del database distribuito tra diversi nodi della rete, che si trovano in varie località. In questo modo non solo si crea ridondanza, ma il protocollo garantisce la fedeltà dei dati memorizzati: se qualcuno cercasse di alterare un record in un’istanza del database, quel singolo nodo verrebbe immediatamente “isolato” e gli altri nodi non verrebbero alterati, rendendo inutile ogni tentativo di collaboratori infedeli o hacker malintenzionati. Inoltre, la grande disponibilità di nodi protegge rispetto ad eventuali discontinuità della connessione ad Internet di singoli nodi, garantendo la massima disponibilità del servizio.

Facciamo ancora un esempio pratico, utilizzando la compravendita di una casa e il notaio.

Supponiamo che durante il passaggio di proprietà “qualcuno” (in forma più o meno disinteressata) effettui una registrazione sul catasto alterando i termini del contratto che abbiamo firmato, andando così a penalizzare una delle due controparti. Essendo il registro l’unico dove le informazioni riguardo la transazione hanno valore, sarebbe molto complesso (e costoso) dimostrare il danno causato da questa alterazione. 

Se la stessa operazione fosse realizzata dalle due parti firmando con le proprie chiavi private una transazione registrata sulla Blockchain-Catasto, nessuno si frapporrebbe tra i contenuti della transazione e la loro registrazione effettiva sul database decentralizzato rendendo un’azione di “modifica successiva” molto difficile.

decentralizzazione

La trasparenza

Insieme alla decentralizzazione, una delle caratteristiche fondamentali della Blockchain è la trasparenza. È un elemento fondamentale che consente a chiunque di verificare autonomamente l’avvenuta registrazione di una transazione. 

Tutte le transazioni possono essere visualizzate in modo trasparente, sia disponendo di un nodo personale (è infatti possibile scaricare tutta la Blockchain sul proprio PC, per esempio) sia utilizzando i Blockchain explorer, speciali siti web che consentono a chiunque di vedere le transazioni in diretta. Ciò significa che è possibile “seguire” ogni singolo Bitcoin, ovunque vada. 

Letteralmente, con i giusti strumenti, tutti possono vedere ogni singola transazione che avviene sulla Blockchain, non importa in quale parte del mondo sia stata eseguita.

Trasparenza delle transazioni non significa però piena conoscenza di chi possiede i Bitcoin. Ogni posizione è “pseudo-anonimizzata”, ovvero è legata a un identificativo (la chiave pubblica, un po’ come se fosse l’IBAN di un conto corrente) di cui non si può conoscere il “nome e cognome”. Preferiamo dire “pseudo”, piuttosto che pienamente anonima, perché ormai esistono importanti sistemi di analisi che consentono di risalire alle identità dei possessori di wallet di cryptovalute (almeno di quelli che non hanno interesse a nascondersi) facendo proprio leva sulla trasparenza della blockchain. 

Per i “malintenzionati” la vita non è comunque semplice. Anche se qualcuno “rubasse” le chiavi private di un possessore di Bitcoin, potremmo vedere ogni singolo spostamento di quei Bitcoin. 

Di fatto sono già presenti “blacklist” di wallet che hanno interagito con “malintenzionati” e che quindi non possono “uscire” dalla singola blockchain dove hanno perpetrato il furto. In questi le autorità sono in attesa di movimenti da parte delle criptovalute stesse, per risalire ai colpevoli.

La Blockchain è sicura?

Prendiamo per esempio la blockchain più “antica”: Bitcoin è nato il 3 gennaio 2009 e, fin da allora, la sua Blockchain non è mai stata hackerata, nonostante in molti ci abbiano provato. Come mai nessuno ci è mai riuscito? 

Per riuscire in un attacco di questo tipo è necessario che l’hacker controlli e alteri simultaneamente il 51% o più delle copie della Blockchain, in modo che la sua nuova copia diventi la copia di maggioranza. Un attacco di questo tipo richiederebbe anche un’immensa quantità di denaro e risorse, visto che i nodi della rete di Bitcoin sono oltre 15.000, distribuiti su tutto il globo. Non importa che la Blockchain sia presente in uno dei potenti computer della Nasa o in un personal computer di un ragazzino nerd, un hacker dovrebbe avere il controllo su oltre la metà di computer. 

In un mondo che va sempre più verso il digitale, una rete inattaccabile è un valore inestimabile

Non è tutto oro quello che luccica

Fino a qui abbiamo visto i lati positivi della Blockchain, ma non è oro tutto quello che luccica. 

Se da una parte la decentralizzazione ha tanti pregi, dall’altra ha anche dei grandi difetti. Non esistendo un server centralizzato controllato da qualcuno, ma tutto è condiviso, questo significa che la responsabilità dei dati e delle transazioni che abbiamo messo all’interno di questa rete è nostra e di nessun altro. 

Se oggi perdiamo la password (o la dimentichiamo) che ci serve per accedere al nostro conto bancario, ci basterà una telefonata, farci riconoscere grazie ai processi previsti dalle singole banche ed ottenere delle nuove credenziali. Ma cosa succederebbe se perdessimo la nostra chiave privata (si chiama così l’equivalente della password, nel mondo della Blockchain)? Esiste un centralino della Blockchain da chiamare per recuperare i propri identificativi? No, non esiste e le nostre crypto sarebbero perse per sempre. 

Sono tante le storie che si sono susseguite negli anni, di persone che hanno perso questa fantomatica chiave privata e che hanno perso l’equivalente di milioni. 

Per arrivare quindi ad una adozione di massa occorre ancora lavorare molto sulla consapevolezza e sulla “capacità digitale” dei singoli utilizzatori della blockchain.

Contenuto editoriale a puro scopo informativo. Quanto riportato rappresenta esclusivamente l’opinione personale dell’autore. Flowe non si assume la responsabilità per quanto riguarda la correttezza o la completezza delle informazioni pubblicate. Si esclude pertanto qualsiasi responsabilità relativamente a danni derivanti dall’uso delle informazioni pubblicate.

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