
Criptovalute: cosa sono e come funzionano?
18 novembre, 2022
di Luca Discacciati
Luca Discacciati è un investitore e trader italiano. Appassionato di mercati finanziari sin dall’età di quattordici anni, Luca è esperto di Mega Trend e analisi fondamentale dei titoli quotati in Borsa. Autore del libro “L’arte di vincere in Borsa” è co-fondatore del portale Investire.biz. Dal 2022 è ambassador di Flowe, società con la quale condivide i principi di sostenibilità.


Le criptovalute ti permettono di acquistare beni e servizi, di utilizzare applicazioni o di scambiare valore in modo simile alle banconote tradizionali.
Una criptovaluta (o “crypto”) è un bene digitale che può circolare senza la necessità di un’autorità monetaria centrale come un governo o una banca. Al contrario delle banconote, vengono create utilizzando tecniche crittografiche che consentono di acquistarle, venderle o scambiarle in modo sicuro.
Come funzionano le criptovalute?
Il Bitcoin e la maggior parte delle altre criptovalute sono sviluppate con una tecnologia nota come “blockchain”, che mantiene un registro delle transazioni, decentralizzato. Una volta che una transazione è scritta nella blockchain, questa non può essere modificata, cosa che permette di tenere traccia di chi possiede quella determinata cripto e quella determinata quantità.
Il sistema blockchain ha risolto un problema affrontato in passato: impedire alle persone di fare copie digitali delle loro proprietà e tentare di spenderle più volte (in parole povere è impossibile creare dei falsi Bitcoin, per esempio).
Le singole unità delle criptovalute possono essere chiamate monete o token, a seconda di come vengono utilizzate. Alcune sono destinate a essere utilizzate come unità di scambio per beni e servizi, altre sono depositi di valore e altre ancora possono essere utilizzate per partecipare a programmi software specifici.
Come vengono create le criptovalute?
Un modo comune di creare le criptovalute è attraverso un processo noto come mining, utilizzato per esempio da Bitcoin. Il mining può essere un processo ad alta intensità energetica in cui i computer risolvono complessi “puzzle” per verificare l’autenticità delle transazioni sulla rete. Come ricompensa i proprietari di questi computer ricevono delle crypto per aver portato a termine il lavoro.
Altre criptovalute utilizzano metodi diversi per creare e distribuire i token, e molte hanno un impatto ambientale decisamente più contenuto. Di recente, per esempio, Ethereum è passata dal modello appena visto (detto anche proof of work) al modello “proof of stake”, dove a validare le transazioni sono i possessori di Ethereum che decidono di mettere in “stake” appunto, le loro cripto.
I pro delle criptovalute
Le criptovalute suscitano opinioni contrastanti tra gli investitori. Alcuni credono che siano una rivoluzione, altri temono che rappresentino solo una moda.
I sostenitori vedono le criptovalute, ad esempio il Bitcoin, come la valuta del futuro e si affrettano ad acquistarle ora, presumendo che questa acquisirà valore nel tempo.
A molti piace il fatto che le criptovalute escludono le banche centrali dalla gestione dell’offerta di moneta, poiché nel tempo queste tendono a ridurre il valore del denaro attraverso l’inflazione, ad altri piace la tecnologia blockchain perché è un sistema di elaborazione e registrazione decentralizzato e può essere più sicuro dei sistemi di pagamento tradizionali.
In particolare il Bitcoin spesso viene paragonato all’oro. L’oro, la materia prima per eccellenza è un bene scarso, che negli anni è sempre stato utilizzato per combattere l’inflazione.
Questo paragone oro/Bitcoin è corretto?
In un certo senso si: anche Bitcoin è un bene scarso, visto che quando tutti i Bitcoin saranno minati, ce ne saranno al massimo ventuno milioni, non uno di più.
Inoltre, esattamente come capitava per l’oro quando veniva trasportato con le navi, tutti i Bitcoin che sono andati persi (sicuramente avrete letto qualche articolo che raccontava di grandi quantità di Bitcoin andati persi in vecchi computer) negli anni hanno contribuito ad aumentare il valore di quelli ancora disponibili.
Questo è uno dei motivi per investire in Bitcoin visto che, nonostante l’alta volatilità che contraddistingue le quotazioni, nel lungo termine il valore di Bitcoin potrebbe apprezzarsi in maniera importante.
Dobbiamo anche ricordare come le principali criptovalute siano oramai diventati degli strumenti finanziari quotati sulle principali Borse del mondo. Per esempio al CME di Chicago viene scambiato sia il future di Bitcoin che quello di Ethereum .
Di recente, inoltre, il Nasdaq ha annunciato che a breve verrà lanciato un servizio di custodia di Bitcoin per clientela istituzionale.
Tutti segni, questi, che il mondo dei grandi investitori sta sempre più guardando alle crypto con interesse.
Contro delle criptovalute
Il mercato delle cripto è un mercato nuovo e la tecnologia blockchain in generale deve ancora essere adottata su larga scala. Se l’idea alla base delle criptovalute non raggiungesse il suo potenziale, gli investitori a lungo termine potrebbero non vedere mai i rendimenti sperati. Per gli investitori ci sono altri rischi soprattutto nel breve termine, in quanto i prezzi delle criptovalute tendono a cambiare velocemente.
Al momento, per esempio, il Bitcoin è sceso di oltre il 70%, creando non pochi problemi agli investitori che hanno investito nella cripto. Una delle questioni fondamentali che potrebbe frenare l’ascesa di Bitcoin è quella ambientale. Per funzionare, la rete Bitcoin necessita di una grande quantità di energia elettrica, utilizzata per “minare” la criptovaluta.
Come è possibile vedere nell’immagine qui sotto, il consumo di elettricità che consente a Bitcoin di funzionare è maggiori rispetto a quello di nazioni come Norvegia e Svizzera.

Per contrastare questo elemento negativo, sono nate blockchain che utilizzano una tecnologia diversa che richiede meno energia. Come detto prima, per esempio, Ethereum è passata dal protocollo “Proof of work” a “Proof of stake” proprio per risolvere questo problema.
Proprio questa novità su Etherium ha reso molto appetibile questa cripto per un investimento di lungo termine. Avere un mega computer decentralizzato che praticamente non utilizza energia elettrica, sembra davvero il futuro della blockchain.
Recentemente, per esempio, la Casa Bianca ha comunicato di aver iniziato una investigazione nel settore, per capire come regolamentarlo al meglio. È proprio l’indipendenza delle cripto dalle Banche Centrali (ed il conseguente poco controllo su di esse che ne deriva) a spaventare le autorità, che sicuramente aumenteranno il grado di regolazione del settore.
Sceglierne una o puntare su tutte?
Sebbene si senta spesso parlare di Bitcoin, poiché è stata una delle prime criptovalute e attualmente è quella con capitalizzazione maggiore, dobbiamo ricordare che non è l’unica.
Secondo CoinMarketCap.com, si stima ci siano quasi 20.000 criptovalute diverse scambiate pubblicamente. E il numero continua ad aumentare.

In questo momento storico dunque ci troviamo agli inizi di quella che potrebbe essere una nuova era e come tutte le volte nella storia in cui c’è stato un cambiamento di questa portata, fioccano le truffe.
Se pensiamo, per esempio, al passaggio dalle carrozze trainate dai cavalli al treno, anche in quel periodo qualche furbacchione provò a vendere delle carrozze con delle rotaie attaccate sotto alla scocca. Ovviamente si trattava di una truffa.
Lo stesso sta accadendo oggi: sono moltissimi i progetti in ambito cripto che vengono proposti come “il nuovo Bitcoin” o il “Bitcoin killer” … Gran parte di questi progetti si sono rivelati poi delle truffe.
Le criptovalute sono un buon investimento?
Le criptovalute sono un investimento rischioso, a prescindere da come lo si guardi.
In generale, gli investimenti ad alto rischio dovrebbero costituire una piccola parte del nostro portafoglio complessivo.

Esistono poi altri modi per gestire il rischio all’interno del vostro portafoglio di criptovalute, ad esempio diversificando la gamma di criptovalute acquistate.
Quando si acquista un’azione, questa ha come sottostante una società, i cui bilanci possono dare un’idea delle sue prospettive: per le criptovalute non è così.
Un’abitudine sana potrebbe essere quella di leggersi i “white paper” della criptovaluta, il documento che ne spiega il funzionamento e lo scopo.
Se invece voleste investire in cripto meno affermate, ecco alcune domande che dovreste porvi:
- Chi è a capo del progetto? Un leader identificabile e conosciuto è un segno positivo.
- Ci sono altri investitori importanti che investono in questo progetto? È un buon indicatore se altri investitori riconosciuti ne fanno parte.
- Il token è già stato sviluppato o la società sta cercando di raccogliere fondi per svilupparlo? Più il prodotto è in fase avanzata, meno è rischioso.
Può richiedere molto lavoro spulciare tutte queste informazioni; più riuscite a trovarne, maggiori sono le possibilità che sia un progetto onesto e di qualità.
D’altronde come dice il buon vecchio Buffett “il rischio deriva dal non sapere cosa stai facendo”.