
Cos’è il brandalism? L’attivismo contro i cambiamenti climatici
20 aprile, 2023
di Alice De Luca


Cos’è il brandalism?
Possiamo definire il brandalism come una forma di attivismo che mira a danneggiare o boicottare quei brand che hanno un impatto negativo sul Pianeta. In fondo, lo si può intuire dal nome, che unisce brand e vandalism. Lo scopo di queste manifestazioni è quello di sensibilizzare sul riscaldamento globale, denunciare campagne di greenwashing portate avanti dalle aziende o di responsabilizzare le persone sui danni ambientali e sociali che molte grandi compagnie provocano. Nei fatti, il brandalism può concretizzarsi in diverse maniere, non solo colpendo nello specifico i brand ma, in generale, manifestandosi con pratiche di protesta come i graffiti. Non a caso fu proprio Banksy, il re della street art, a coniare questo termine nel 2006.
Tuttavia, il brandalism in quanto movimento fu fondato a Londra nel 2012 da parte di ventisei artisti provenienti da tutto il mondo, che avevano come scopo principale quello di usare l’arte per ribellarsi all’invadenza della pubblicità negli spazi pubblici. La filosofia alla base delle azioni del gruppo era quindi quella del subvertising, parola nata dalla fusione tra subvert, sovvertire, e advertising, pubblicità. Seguendo questa linea guida, gli artisti del gruppo coprivano o manipolavano cartelloni e manifesti in modo da stravolgerne il significato, ma sempre utilizzando lo stile di comunicazione della pubblicità. L’efficacia del mezzo pubblicitario, strumento capitalista e consumista per eccellenza, veniva così utilizzata al servizio di contenuti e valori diversi, che riguardavano soprattutto la tutela dell’ambiente e la denuncia di ingiustizie sociali ed economiche che del consumismo erano causa.
Pro e contro del brandalism
Al di là della correttezza dell’azione, infine, va segnalato un altro punto a favore del brandalism, cioè la risonanza che queste azioni sovversive hanno. Si potrebbe dire che la filosofia alla base non sia diversa da quella di Oscar Wilde: “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”.
Attivismo, brandalism e subvertising
Questa tipologia di attivismo che comprende brandalism e subvertising fa parte di un più ampio insieme di pratiche, genericamente chiamato culture jamming, ovvero sabotaggio culturale. La matrice di questo movimento è di tipo anticapitalista e anticonsumista: una critica sociale alla retorica materialista a cui la società ci sottopone e di cui la pubblicità è uno degli strumenti principali. Col tempo, i bersagli critici si sono poi ampliati, allargandosi alle ingiustizie che il consumismo e il capitalismo portano con sé: disparità economiche, sociali, generazionali, migrazioni e cambiamenti climatici.

Casi eclatanti di brandalism
Lo stesso è successo anche a Parigi, Amsterdam, Barcellona, Bruxelles, Lisbona e Manchester, oltre che a Roma, dove il movimento è arrivato nel settembre 2022.
Flowe, il conto sostenibile
Fonti:
https://lagazzettadelpubblicitario.it/branding/sostenibilita/brandalism-2/
https://www.collater.al/brandalism-australia-cambiamenti-climatici-advertising/
https://www.sdabocconi.it/it/sda-bocconi-insight/brandalism
https://www.open.online/2022/09/23/manifesti-vs-compagnie-aeree-foto/
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