

Abbracciare una dieta a base vegetale e con meno prodotti animali è “sano, sostenibile e buono sia per le persone che per il pianeta”, afferma la Commissione EAT-Lancet su cibo, pianeta, salute . Ma mentre la carne è conosciuta come un’importante fonte di nutrienti, come proteine, ferro e vitamina B12, è possibile ottenere il valore equivalente da alternative a base vegetale?
Facciamo un passo indietro. Nel 1948, le Nazioni Unite dichiararono che l’accesso al cibo, a un alloggio e a cure mediche adeguate, fossero un diritto umano fondamentale. Tuttavia, sebbene la produzione alimentare globale abbia generalmente tenuto il passo con la crescita della popolazione, più di 820 milioni di persone non hanno ancora cibo sufficiente e molte altre consumano diete di bassa qualità. Le diete malsane rappresentano oggi un rischio maggiore di sviluppo di malattie legate all’alimentazione come il diabete e le malattie cardiache (la percentuale supera addirittura il tasso di mortalità dovuto a malattie sessualmente trasmissibili, alcol, droghe e tabacco messi insieme).
Parallelamente alla crisi della salute umana, il sistema alimentare globale è una delle principali cause dell’inquinamento delle acque dolci, del degrado del suolo, della perdita di biodiversità e delle crisi climatiche e naturali, con una percentuale del 16-27% delle emissioni di gas serra derivate dalla produzione alimentare.
Esistono prove scientifiche sostanziali che collegano la dieta alimentare con la salute umana e la sostenibilità ambientale. Tuttavia, l’assenza di obiettivi scientifici concordati a livello mondiale per diete sane e produzione alimentare sostenibile ha ostacolato gli sforzi coordinati e su larga scala per trasformare il sistema alimentare globale. L’obiettivo, dunque, è quello di raggiungere un consenso scientifico definendo obiettivi per una dieta equilibrata e una produzione alimentare sostenibile.
Dieta sana ed equilibrata: il contributo della Commissione EAT-Lancet
Per rispondere a questa esigenza critica, ossia sfruttare il cibo per ottimizzare la salute umana e la sostenibilità ambientale, la Commissione EAT-Lancet ha convocato 37 scienziati di spicco provenienti da 16 paesi e appartenenti a diverse discipline scientifiche con l’obiettivo di rispondere alla domanda “possiamo nutrire una futura popolazione di 10 miliardi di persone con una dieta sana entro i confini del pianeta?”.
La risposta data da tali scienziati è rappresentata dal Report “Food in the Anthropocene: the Eat-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems”, che costituisce la prima revisione scientifica completa di ciò che compone una dieta sana in un sistema alimentare sostenibile e analizza le azioni in grado di supportare e accelerare la trasformazione del sistema alimentare. Il rapporto stabilisce che esiste un nesso tra salute, ambiente e cambiamento climatico e afferma che le diete alimentari sono al centro di tutto. Infatti, il modo in cui il cibo viene prodotto, quello che viene consumato, e quanto si perde o si spreca, sono tutti fattori che influenzano la salute delle persone e del pianeta.
La Commissione EAT-Lancet ha quindi presentato un quadro globale integrato fornendo obiettivi scientifici quantitativi per diete sane e una produzione alimentare sostenibile. La Commissione ha dimostrato, infatti, che “nutrire 10 miliardi di persone con una dieta sana entro i limiti planetari di sicurezza per la produzione alimentare entro il 2050 è possibile e necessario”.

Cos’è la dieta EAT-Lancet?
Secondo la Commissione, una dieta sana non è rappresentata solo dall’assenza di malattie ma è anche collegata a uno stato di benessere fisico, mentale e sociale, e quindi a una condizione di completo miglioramento della salute. Inoltre, la dieta sana – le cui linee guida sono adattabili ai bisogni di ogni persona, al contesto sociale e allo stato di salute – nel report, è così descritta:
“La dieta sana fornisce un apporto calorico ottimale e consiste in gran parte di una varietà di alimenti a base vegetale, bassa quantità di alimenti di origine animale, contiene grassi insaturi piuttosto che grassi saturi e quantità limitate di: cereali raffinati, alimenti altamente trasformati e zuccheri aggiunti”.
Secondo il professor Walter Willett, MD, della Harvard TH Chan School of Public Health “Il passaggio a diete sane entro il 2050 richiederà sostanziali cambiamenti nella dieta“. Per esempio, questo regime alimentare dovrebbe prevedere un raddoppiamento nel consumo globale di frutta, verdura, noci e legumi, mentre il consumo di alimenti come carne rossa e zucchero dovrà subire una riduzione superiore al 50%. La questione del cibo è quindi determinante nel 21esimo secolo: per raggiungere un maggior equilibrio naturale e sociale è necessario comprendere il potenziale del cibo in vista di uno sviluppo sostenibile.
Un’alimentazione sana non è un’alternativa
Il nostro futuro dipende dalla nostra capacità di creare un sistema alimentare che supporti la salute delle persone del pianeta. Gli attuali sistemi alimentari stanno superando le risorse del pianeta, mentre le diete stanno provocando crisi sanitarie globali di malnutrizione e denutrizione. Tutto ciò andrà ad amplificarsi con la continua crescita della popolazione e con i cambiamenti nelle abitudini alimentari.
La Commissione EAT Lancet ha analizzato l’impatto potenziale del cambiamento della dieta sulla mortalità per malattie legate alla dieta utilizzando tre approcci diversi. Tutti e tre gli approcci hanno concluso che il passaggio dalle diete attuali verso diete salutari è altamente probabile che giovi positivamente sulla salute. Tutti i dati raccolti e analizzati dalla Commissione giustificano l’esigenza di una risposta immediata e concreta. Dimostrano inoltre che l’adozione di una dieta sana a livello globale contribuirebbe a prevenire due fattori: il degrado ambientale e circa 11 milioni di morti umane all’anno. Tuttavia, per salvaguardare i sistemi e i processi naturali da cui l’umanità dipende e che determinano la stabilità del pianeta, sarà necessaria una grande trasformazione alimentare.
La Commissione chiede un’azione diffusa, multisettoriale e a più livelli, che comprenda: un cambiamento sostanziale a livello globale verso modelli alimentari sani, una forte riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari e un miglioramento sostanziale delle pratiche di produzione alimentare. In conclusione, come sottolineato in precedenza, liberare il potenziale dell’alimentazione catalizzerà la realizzazione degli SDG e il rispetto dell’Accordo di Parigi.
È urgente una trasformazione radicale del sistema alimentare globale. Senza azione, il mondo rischia di non raggiungere gli SDGs dell’ONU e l’Accordo di Parigi e, come descritto nel report, i bambini di oggi erediteranno un pianeta che è stato gravemente degradato e dove gran parte della popolazione soffrirà sempre più di malnutrizione e malattie prevenibili.
Fonti
https://eatforum.org/content/uploads/2019/01/EAT-Lancet_Commission_Summary_Report.pdfhttps://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2214109X19304474
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