Equilibrio a tavola. I consigli della nutrizionista Chiara Manzi | flowe

Equilibrio a tavola. I consigli della nutrizionista Chiara Manzi

14 marzo, 2022

di Francesca Pescarmona

Francesca Pescarmona, dopo essersi diplomata al liceo delle Scienze Umane con indirizzo socio-economico, consegue nel 2020 una laurea in Economia Food System presso l’Università di Parma. Appassionata di giornalismo ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza e dell’Innovazione Sostenibile presso l’Università Bicocca di Milano. Si dedica principalmente a temi di alimentazione, nutrizione e sostenibilità. Attualmente impegnata nella creazione di contenuti scientifici per Cucina Evolution e la dott.ssa Chiara Manzi.

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Il piacere che fortifica e nasce dalle nostre scelte quotidiane

Nella vita siamo portati a scegliere, dubitare, cambiare strada e infine scegliere ancora.

Nell’arco di una giornata prendiamo un’infinità di decisioni, dalle più banali alle più elaborate.

Talvolta, quelle che ci sembrano superficiali ci permettono il sostentamento e, solo per la ripetizione con cui ci troviamo a confrontarci, perdono di valore.

Il nutrimento, necessario alla sopravvivenza, è per noi umani una scelta. A differenza degli animali, abbiamo un’ampia gamma di possibilità di alimentazione, in particolare nei Paesi economicamente sviluppati che non si trovano a fronteggiare gravi stadi di povertà e deficit di risorse.

Ci troviamo davanti a una tale vastità di offerte da sentirci confusi e ricadere nel cliché delle abitudini.

L’uomo crea se stesso in conseguenza alle sue scelte. Come nell’idea kierkegaardiana, l’individuo non può fare a meno di compiere scelte, perché anche non scegliere, nella concreta situazione dell’esistenza, è in realtà una scelta.

Ma quale meccanismo utilizziamo per scegliere?

Il cambiamento, anche nel caso delle scelte alimentari, è dettato da inversioni di rotta che seguono vie ben distinte tra loro ma che, con ingegno e lungimiranza, possono coincidere. Il meccanismo utilizzato per scegliere combina ricerca del piacere e paura di perdere o di soffrire.

Il piacere è quel senso di viva soddisfazione, che passa dalla scelta stessa e incarna l’appagamento di appetiti e desideri. In questo senso, il piacere – come gusto – è sperimentato fin dalla nostra nascita e ci permette la sopravvivenza, inducendoci nella continua ricerca di soddisfazione.

Si declina in momentaneo e duraturo. Il primo solitamente più facile e immediato da raggiungere, come un succulento hamburger o la dolcezza di una bibita.

Il secondo più appagante e reale, i cui benefici sono visibili nel tempo e imprescindibili dal benessere psico-fisico: sentirsi bene dopo una passeggiata nella natura oppure alzarsi da tavola leggeri e pieni di energia per affrontare la giornata. Non è immediato e il suo raggiungimento richiede una ricerca espressa e volenterosa.

La fuga dal dolore, o dalla paura di questo, è l’altro aspetto che ci “smuove” al punto di agire.

Temere una malattia o un insuccesso diventa quindi motivo per cambiare strategie d’azione. La possibilità di perdere ci spinge a essere migliori per raggiungere obiettivi prefissati.

“Il segreto del successo è imparare a usare il piacere e il dolore, invece che lasciarsi usare dal piacere e dal dolore” dice Anthony Robbins. “Forse non ne siamo consapevoli, ma dietro ogni comportamento umano c’è sicuramente un’unica forza motrice […] Tutto quello che voi ed io facciamo, lo facciamo o per il bisogno di evitare un dolore o per il desiderio di procurarci un piacere”.

Le scelte alimentari ne sono una chiara dimostrazione. La lotta interna tra seguire una dieta e non voler rinunciare al gusto e al piacere per le papille gustative, diventa spesso motivo di sconforto e conseguente sconfitta. 

 

Cucina evolution

“Razionalmente possiamo anche pensare che mangiare cioccolata ci faccia male, però la mangiamo ugualmente – spiega Anthony Robbins – perché non siamo guidati tanto da quello che sappiamo razionalmente, quanto da quello che abbiamo imparato ad associare con il piacere e con il dolore nel nostro sistema nervoso”.

Cominciare una dieta e superare il “dolore” con la mera forza di volontà non dura a lungo, semplicemente perché continuiamo ad associare il dolore alla rinuncia del cibo meno sano.

Così, per un paio di giorni portiamo in tavola un’insalata poco condita, ma già al terzo cediamo alla tentazione di qualcosa di più buono.

“Ogni dieta funziona finché dura” dice spesso la dott.ssa Chiara Manzi, ideatrice del Metodo Scientifico Cucina Evolution.

In questo senso, soddisfare le papille diventa una prerogativa per non soffrire. Ma cosa succede?

Rinuncia e privazione diventano motivo di fuga. Il patimento percepito nell’immediato è una sofferenza meno gestibile della previsione del dolore, sebbene maggiore, più distante da noi temporalmente.

Per funzionare davvero, una dieta non deve portarci a fronteggiare difficoltà ma farci tornare il sorriso e farci vivere al meglio.

Cucina Evolution, il metodo scientifico per un’alimentazione sostenibile

Secondo Anthony Robbins, la tattica consiste nell’associare il dolore all’idea di mangiare questi cibi al punto di non desiderarli più, e associare, invece, il piacere a mangiare cibi che ci “nutrono”.

Un duro lavoro su se stessi che non sempre ottiene i risultati desiderati.

Ma esiste un’altra soluzione, più facile e sostenibile per mente e corpo. La scienza ci viene in supporto, l’ingegno la ricombina con l’arte culinaria e l’evoluzione è servita.

Allontanare il dolore e riscoprire il piacere è possibile ed è il passo di cui abbiamo bisogno per sconfiggere le cattive abitudine e vivere in salute.

Questa è la grande mission della dott.ssa Chiara Manzi, massima esperta di Nutrizione Culinaria e cucina Antiaging.

Riscoprire il piacere di mangiare con gusto fortifica sia il fisico che la psiche, allontanandoci dall’auto sabotaggio, primaria fonte di dolore. Dall’incontro tra scienza e arte nasce la scelta che ci permette di preservare la salute e anche la felicità, senza rinunce e compromessi.

Vivere a lungo implica un’alimentazione sostenibile, tanto sul piano nutrizionale quanto emotivo e psicologico. Con il Metodo Scientifico Cucina Evolution è possibile riformulare i piatti per renderli sicuri e nutrienti, nel pieno rispetto delle peculiarità tradizionali, senza escludere nessuno degli ingredienti delle eccellenze italiane.

Rispettare la tradizione italiana vuol dire evolversi, renderla attuabile ai nostri tempi per poterla fare nostra e portarla avanti di generazione in generazione.

E così, dire di no a una pizza o a un buon dolce diventa subito un brutto ricordo. La ricchezza in fibre, il basso indice glicemico e la giusta dose di grassi e sale, rendono i piatti adatti a tutte le esigenze. Il pieno di antiossidanti e vitamine dà la spinta in più per renderli Antiaging.

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