Il 21 marzo 2022 si celebra la Giornata Internazionale delle Foreste| flowe

Giornata Internazionale delle foreste

21 marzo, 2022

di Annachiara Haerens

Giornata-Nazionale-delle-Foreste

Il 21 marzo di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale delle foreste, istituita nel 2013 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’importanza che il patrimonio arboreo ha per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi sulla Terra.

Questo è un tema molto caro a noi di Flowe, il conto di pagamento che si prende cura del Pianeta. Grazie alla partnership con zeroCO2, siamo impegnati in progetti di riforestazione in Guatemala, dove abbiamo già piantato più di 48.500 alberi, con il supporto dei nostri utenti. Infatti, se apri il conto e richiedi la Flowe Card*, la carta di debito in legno da foreste certificate, noi ti dedichiamo un albero in Guatemala che, donato alle famiglie locali, diventa fonte di sostentamento economico e alimentare.

In questo giorno importante per l’ambiente, la nostra responsabile Media PR Annachiara è andata a intervistare Andrea Pesce, founder di zeroCO2, startup partner di Flowe impegnata, come dicevamo, in progetti di riforestazione ad alto impatto sociale.

Cosa vuol dire riforestazione ad alto impatto sociale?

Lo dice la scienza: piantare un albero è l’azione migliore che possiamo fare per contrastare la crisi ambientale. Riforestare è, infatti, il modo più efficace per compensare la CO2 prodotta sul nostro Pianeta e per contrastare i cambiamenti climatici. Tuttavia, è necessario farlo in maniera consapevole.

Nel 2019, in alcuni stati africani è stata proposta una challenge: piantare, nell’arco di un fine settimana, il maggior numero di alberi. In Etiopia, per esempio, vennero piantati 40 milioni di alberi in un solo weekend. Nonostante l’incredibile risultato raggiunto, dopo sole due settimane gli alberi si ridussero a 5 milioni e, dopo un mese e mezzo, se ne salvarono appena 500 mila. Oggi, di quei 40 milioni, ne rimangono tra i 10 e i 50 mila.

Per quale motivo gli alberi non sono sopravvissuti? La risposta è semplice: nessuno sapeva prendersene cura. Tutto questo ci insegna che riforestare è una pratica che deve avere una base scientifica e che gli alberi hanno bisogno di cure e attenzioni. Non è sufficiente piantarli per avviare un vero e proprio processo di riforestazione.

Cosa fanno Flowe e zeroCO2 in Guatemala?

Flowe e zeroCO2 si impegnano insieme a piantare alberi in progetti di riforestazione ad alto impatto sociale in Guatemala. Questo significa che i progetti sono studiati da agronomi e che i territori scelti si caratterizzano come zone che hanno bisogno di essere riforestate, per esempio aree che sono state vittime di disboscamento o savane che vengono popolate di alberi. Il valore aggiunto dei progetti realizzati da zeroCO2 è che tutti gli alberi piantati vengono donati alle comunità contadine locali.

In Italia donare migliaia di alberi non farebbe così tanto la differenza e, di conseguenza, non ci sarebbe un reale interesse. In paesi come il Guatemala, invece, dove la condizione economica è estremamente precaria e la qualità dell’alimentazione molto scarsa, un albero da frutto gioca un ruolo fondamentale nelle comunità. I contadini, infatti, sono felici di ricevere in regalo degli alberi, che diversamente non si potrebbero permettere a causa della mancanza di capitale. Si ha così la certezza che qualcuno si occuperà di far crescere nel migliore dei modi quei germogli.

Inoltre, si crea impatto sociale, in quanto le comunità giovano dei frutti prodotti. L’impatto sociale, infatti, consiste nell’usufruire dei frutti ricavati dagli alberi donati, sia in quanto fonte di sostentamento alimentare, sia come prodotti per il commercio. In più, insegniamo alle persone locali a lavorare la terra, fornendo così sicurezza alimentare da un lato e sostegno economico dall’altro.

Questa riforestazione, a livello scientifico e agronomico, prende il nome di agroforestale.

Perché è innovativa? Innanzitutto, perché non necessita di grandi spazi e può essere praticata in appezzamenti di terra piccoli, anche mezzo ettaro può essere sufficiente. In secondo luogo, è un sistema intelligente che prevede l’alternarsi di alberi da frutto ad alberi forestali con colture annuali, come mais, fagioli, ecc. Questo genera, di nuovo, sicurezza alimentare e sostegno economico. Il progetto crea ulteriore valore considerando il tasso di mortalità degli alberi, inferiore al 5%. Tale tasso così basso si traduce nella salvaguardia ambientale, oltre che, come dicevamo, in una fonte di sostentamento per le famiglie locali.

La lista delle comunità che vorrebbe prendere parte ai nostri progetti è molto lunga, in quanto in Guatemala oltre il 60% della popolazione vive in condizioni di povertà e oltre il 45% in condizioni di povertà assoluta (per capirci, in Italia, rispettivamente il 7% e 2% della popolazione versa in questo stato). Un albero è in grado di cambiare completamente la vita delle persone, permettendo di disporre per molti anni di prodotti da commerciare e/o di cui cibarsi.

A oggi, zeroCO2 ha piantato ha piantato oltre 360 mila alberi in due anni e supportato oltre 7000 persone, lavorando con circa 50 comunità diverse.

Qual è la situazione in Italia?

In Italia, la copertura forestale non sta diminuendo, anzi, è aumentata del 25% negli ultimi 25 anni. Questo è un bene? Dipende dai punti di vista.

È un bene in quanto la crescita a livello forestale comporta maggiore biodiversità, di cui le foreste sono ricche. L’Italia si classifica al primo posto in Europa per biodiversità ed è il secondo paese, dopo la Spagna, per copertura forestale.

D’altro canto, però, nessuno si prende cura di questi spazi. Per questo motivo ci capita di vedere immagini di foreste, in Sardegna o in Sicilia, che vanno a fuoco. Tra le altre cose, per esempio, nessuno si occupa di creare, ad esempio, corridoi salva bosco.

Al contrario, in Guatemala si stima che oltre il 25% delle foreste sia andato perso, principalmente per permettere la creazione di terreni agricoli, per esempio per la produzione di olio di palma o per le monoculture di avocado, e, in secondo luogo, per creare spazio per gli allevamenti. In questo contesto, riforestare diventa essenziale. 

Cosa lega Flowe e zeroCO2?

Flowe e zeroCO2 hanno in comune molte cose, prima su tutte l’approccio alla crisi climatica, che va affrontata subito e con azioni concrete. E poi, siamo entrambe società B Corp, il che significa che dobbiamo misurare le nostre performance in termini di impatto ambientale, sociale ed economico.

Ci supportiamo a vicenda per trovare soluzioni veloci ed efficaci, volte a contrastare il cambiamento climatico, facendo sempre squadra, diventando un ecosistema. Agire da soli non basta: l’impatto che generiamo assieme, invece, può fare la differenza.

Creiamo soluzioni concrete, piantiamo alberi, educhiamo su cosa sia la crisi climatica, diamo consigli su come diventare più sostenibili, su cosa si può fare oggi per un futuro migliore, per esempio attraverso attività sul territorio, ma anche video, post, webinar e tanto altro.

Abbiamo scelto di legarci a Flowe perché offre un servizio di pagamento che ti aiuta ad essere davvero più sostenibile, con piccole azioni quotidiane (come il semplice gesto di pagare). Non solo la carta di debito associata al conto* è in legno da foreste certificate, ma puoi vedere nell’app di Flowe l’impatto e la CO2 prodotta dai tuoi acquisti. In questo modo, riesci a fare scelte più consapevoli e nel rispetto dell’ambiente.

Bisogna agire adesso e noi abbiamo deciso di farlo insieme.

*Carta in legno disponibile per profili Flex e Friend. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale: per le condizioni economiche e contrattuali e per quanto non espressamente indicato è necessario fare riferimento al Foglio Informativo e alle Norme Contrattuali nella sezione Trasparenza e al Documento “Norme contrattuali e foglio informativo conto e servizi”.

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