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Orti urbani a Milano per una città green e a km zero
10 agosto, 2021
di Asia De Palma


La nascita degli orti urbani
Milano è una città che già da tempo si è attivata per essere più sostenibile, scegliendo la strada del re-purposing, della rigenerazione e rivalutazione di luoghi scartati, a cui vuole dare nuova vita e nuovi scopi.
Vivere in una città come Milano ha dunque molti benefici, ma non sempre questi riescono a colmare determinate mancanze. L’impossibilità di stare a contatto con la natura e di respirare aria pulita a causa dell’alta presenza di polveri sottili e di smog, porta i cittadini a evadere il più possibile dai centri urbani. Questa fuga, seppur di qualche giorno o settimana, non basta ad attenuare tutti quei momenti passati in città. Per questo, soggetti privati, come le associazioni o organizzazioni, e quelli pubblici, come il Comune o l’Università degli Studi di Milano, hanno fatto nascere una grande estensione di orti in città. Queste ampie superfici verdi offrono colore e donano aria pulita, ricreando l’ancestrale rapporto uomo-natura.
Il volume “La città degli orti. Coltivare e costruire socialità nei piccoli spazi verdi della Grande Milano” scritto da Mario Cucchi, Daniela Gambino e Antonio Longo offre una panoramica degli orti milanesi. Vediamo nel dettaglio, attraverso questi dati, le principali caratteristiche degli orti e chi ne usufruisce.
Quanti e quali veri orti urbani si trovano a Milano?
Per l’esattezza ci sono due milioni e settecentomila metri quadri di orti urbani a Milano. Tuttavia, l’attenzione non va solo posta sui dati quantitativi, al contrario, questa realtà presenta anche un impatto dal punto di vista topografico. La localizzazione di questi orti è vasta: dai margini dei parchi milanesi, li troviamo ai confini con le campagne, nei piccoli comuni aggregati a Milano, fino al centro città.
Ecco alcuni orti urbani da poter visitare:
Orti urbani – Municipio 7 – Comune di Milano
Orti urbani – Municipio 6 – Comune di Milano
Gli orti urbani a Milano – Angoli di terra
Chi è il coltivatore simbolo?
Se nei primi anni 2000 gli orti venivano usati per lo più da uomini pensionati, provenienti dalle regioni di immigrazione del dopo guerra, dove esisteva una tradizione agricola, adesso si assiste a un cambio generazionale e di tipologie di proprietari. Il coltivatore simbolo è rappresentato da giovani, principalmente donne, che con il partner o la famiglia si concedono un momento di svago e, allo stesso tempo, di lavoro nella natura. Un esempio è la versione del giardino “su misura” richiesta da Michelle Obama nella Casa Bianca, durante il mandato presidenziale del marito Barack Obama. La necessità di impegnarsi a proteggere la Terra, ma soprattutto, di promuovere una sana alimentazione attraverso un’agricoltura locale e sostenibile, è fondamentale, soprattutto in questo ultimo periodo in cui siamo circondati da una serie di problemi derivanti dallo sfruttamento del territorio. Ciò che arriva sulle nostre tavole è ormai il frutto di un’agricoltura di tipo industriale, dove i terreni sono trattati con prodotti chimici e sfiancati da un uso intensivo, causando un impoverimento degli aspetti nutrizionali del cibo.
Avere piccolo un orto in città: ecco i benefici
La voglia di stare all’aperto, di sentire l’odore della terra nei giorni di sole e in quelli di pioggia, di sporcarsi le mani e di seguire il percorso di crescita delle piante in un proprio spazio, porta un benessere sia fisico che psichico. Dal punto di vista fisico, la produzione dell’orto offre grandi vantaggi, soprattutto a chi poi consuma “i propri frutti”, introducendo un nuovo elemento nella catena alimentare distributiva: il valore del prodotto. Tutte le ricerche sulla qualità organolettica del cibo hanno dimostrato che i vegetali, consumati due o tre ore dopo il raccolto, mantengono le loro proprietà nutritive, percependo attraverso il gusto e l’olfatto un ricco percorso sensoriale incomparabilmente superiore a quei prodotti comprati al supermercato. Inoltre, avere un orto reca giovamento e sollievo psichico. Questa attività diventa un passatempo che allevia lo stress e favorisce la riduzione dei sintomi della depressione e dell’ansia ed è in grado di aiutare gli individui a ritrovare la propria tranquillità in compagnia delle persone più strette e, perché no, anche dei vicini.
L’orto può essere infatti un momento di aggregazione, basato sull’aiuto reciproco, che permette di conoscere nuove persone e di scoprire aspetti della natura che prima erano sconosciuti. Insomma, tutto ciò favorisce una rigenerazione urbana grazie alla presenza della natura che diventa il filo conduttore di questa esperienza e che l’uomo non riuscirà mai a fermare, in quanto forza superiore rispetto alla nostra civiltà basata su un’economia che punta all’edilizia e all’industria.
Vuoi provare a tenere anche tu un orto in giardino o sul balcone?
Nella serie di video “Passioni da coltivare” Matt the Farmer, contadino digitale, ci dà consigli su come tenere un orto, anche per chi è alle prime armi! Che si tratti di semplici piante aromatiche o di semenze più complesse, secondo Matt coltivare è un qualcosa alla portata di tutti.
Trovi la serie di 8 episodi nella sezione Focus dell’app di Flowe, il conto di pagamento che si prende cura del Pianeta.
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