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5 buoni propositi green per il 2022
22 dicembre 2021
di Alice De Luca


Il Natale e l’inizio dell’anno nuovo si avvicinano: è questo il momento per tirare le somme dell’anno passato e valutare se siamo stati abbastanza green da meritarci un posto nella lista dei buoni. Ma se così non fosse siamo ancora in tempo per pensare ad alcuni buoni propositi per l’anno che viene. E se le idee scarseggiano, il mondo della sostenibilità offre tantissimi spunti: ecco 5 buoni propositi green per il 2022.
1. Riduci il consumo di plastica
Si tratta di un argomento cardine della lotta ambientalista. Negli oceani, infatti, sono già presenti 150 milioni di tonnellate di plastica, a cui se ne aggiungono 10 milioni ogni anno. Di questi, 570 mila tonnellate solo nel Mar Mediterraneo. Oggi evitare l’utilizzo della plastica è più semplice di quanto possa sembrare. Un suggerimento può essere quello di portare sempre con sé una borraccia in alluminio, così da evitare di comprare bottigliette di plastica (e risparmiare). Sono belle e sostenibili le borracce vendute da WAMI, azienda fondata da Giacomo Stefanini e Michele Fenoglio che si occupa di vendere acqua e di portarla a chi ne ha bisogno. La vendita dei loro prodotti, tra cui anche le WAMI bottles, finanzia infatti progetti idrici in tutto il mondo, con lo scopo di dotare di fonti d’acqua potabile le comunità che non hanno accesso a questa risorsa fondamentale.
Ma l’utilizzo delle bottiglie in plastica si può evitare anche all’interno delle mura domestiche acquistandone di vetro. In molte città, infatti, l’acqua del rubinetto è potabile e di ottima qualità. Inoltre sono sempre di più i quartieri che si dotano di fonti d’acqua gratuite o a bassissimo prezzo.
Un altro buon proposito è evitare di acquistare prodotti freschi confezionati nella plastica e preferire invece quelli venduti sciolti, che posso essere confezionati in borse di cotone portate da casa.
2. Fai la raccolta differenziata
Per quanto riguarda quegli sprechi che proprio non si possono evitare, si può almeno stare attenti al loro corretto smaltimento. A questo proposito è bene consultare le indicazioni del proprio comune per sapere la giusta divisione dei materiali, le modalità e i giorni di ritiro nel caso di un servizio di raccolta differenziata porta a porta. Inoltre bisogna prestare attenzione ai rifiuti che invece richiedono uno smaltimento speciale. In questi casi sarà necessario fissare un appuntamento per un ritiro a domicilio o recarsi presso un’isola ecologica. Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti organici, inoltre, si sta diffondendo sempre più la pratica del compostaggio domestico. Per chi ha un giardino basterà dedicarvi un angolo apposito. Ma anche per chi non ne ha uno è possibile acquistare a buon prezzo degli appositi compostatori, disponibili sia per uso interno che esterno. Il compostaggio porta ad una folta serie di vantaggi, come la riduzione dell’inquinamento derivato dall’incenerimento dei rifiuti organici e la produzione di concime perfetto per le nostre piante.
3. Vesti sostenibile
Negli ultimi anni si stanno moltiplicando le occasioni per acquistare abbigliamento rispettando l’ambiente. Sono sempre di più, infatti, i brand sostenibili che fanno della salvaguardia ambientale ed etica un loro tratto identitario. A questo proposito, però, conviene fare attenzione al fenomeno del greenwashing e riconoscere quando questi temi vengono strumentalizzati a fini commerciali. Inoltre, soprattutto nelle grandi città, sono sempre di più i negozi che vendono abiti usati e vintage, per tutti i gusti e tutte le tasche. Ma la circolarità dell’abbigliamento non è a senso unico: non solo possiamo acquistare ma anche e soprattutto vendere e donare. Numerose associazioni sono sempre alla ricerca di abiti usati, che vengono destinati ai più bisognosi. Se invece si vuole guadagnare qualcosa dalla vendita dei propri capi, ci si può appoggiare a canali online e ad applicazioni specifiche. Nel caso di abiti di marca o di particolare valore è anche possibile affidarsi ai servizi di conto vendita offerti da molti negozi di vintage. In ogni caso è bene ricordare sempre che la sostenibilità del contenuto del nostro armadio dipende innanzitutto dall’utilizzo che ne facciamo: sostenibile è prima di tutto un acquisto che viene conservato nel migliore dei modi e utilizzato il più a lungo possibile.
4. Datti al baratto online
Anche questa è una soluzione sostenibile di economia circolare che si sta diffondendo sempre di più. Nei piccoli comuni così come nelle grandi città sono sempre di più i cosiddetti “swap party”, ovvero occasioni di ritrovo per scambiare oggetti, vestiti, accessori che non si usano più in cambio di prodotti che ci piacciono portati dagli altri ospiti. Ma anche il baratto si fa sempre più digitale, grazie a Swapush, l’applicazione ideata da Serena Luglio. L’idea di questa start up è nata per caso, dopo che Serena ha partecipato nel 2000 ad uno swap party a Varese. Dopo aver scoperto la ricchezza e il divertimento di questo tipo di eventi ha deciso di importarli a Milano, dove il successo è stato immediato. Ha cominciato organizzando degli aperitivi-baratto a casa sua ma ben presto la community interessata si è allargata tanto da occupare intere sale meeting d’albergo. È così che è nata l’idea di creare una piattaforma per comunicare gli eventi organizzati: dopo la prima pubblicazione di un sito web, è nata la pagina Facebook che nel 2015 si è trasformata in Swapush, una vera e propria applicazione. La startup di Serena si è sviluppata tanto da portare all’apertura di SwappaMI, un negozio a Milano dove si fa solo baratto. Ogni tanto in negozio si organizza anche un fuori tutto, cioè un evento in cui la merce viene regalata. Come dice Serena, il principio alla base del baratto è “quello che non usi per quello che ti piace”. Un’attività che quindi porta ad un guadagno reciproco, una grande dose di socialità e divertimento, ma soprattutto il mantenimento di una sostenibilità nei nostri consumi.
5. Pianta un albero
Se in prima persona tanto meglio, ma dato che gli strumenti per piantare alberi non sono alla portata di tutti, ci si può affidare a qualcuno che lo faccia per noi in cambio di un piccolo contributo. E visto che il Natale è vicino, un’idea per un perfetto regalo dell’ultimo minuto può essere proprio questo. A questo proposito ci si può affidare a zeroCO2, una start up che si occupa di riforestazione ad alto impatto sociale creata da Andrea Pesce. L’obiettivo di zeroCO2 è realizzare progetti di riforestazione in diverse parti del mondo (Guatemala, Perù, Argentina e Italia) non solo per salvaguardare l’ambiente ma anche per portare sostegno all’economia e all’alimentazione delle famiglie che vivono in questi luoghi. Quando si acquista un albero su zeroCO2 il germoglio viene fatto crescere in appositi vivai e successivamente trapiantato in terra dai contadini. Da questo momento ogni albero è tracciato attraverso un QR code che permette a chi lo ha acquistato di geolocalizzarlo e di vederne delle foto.
Un altro modo per avere un albero tutto tuo, è attraverso l’app di Flowe, il conto di pagamento che si prende cura del Pianeta. Richiedendo la Flowe Card, la carta di debito in legno da foreste certificate, Flowe ti dedica un albero in Guatemala in collaborazione con zeroCO2.
Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per info e costi su conto Flowe vedi foglio informativo e norme su flowe.com sezione trasparenza.
Fonti:
www.societabenefit.net
https://www.fiscoetributi.com/vantaggi-della-societa-benefit-il-parere-legale/ – https://www.soluzionetasse.com/societa-benefit-cosa-sono-come-funzionano-e-quali-vantaggi-hanno/https://www.altalex.com/guide/societa-benefit