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Qual è il significato dei sogni? L’interpretazione della psicologia
25 settembre, 2021
di Chiara Poli


La psicologia dei sogni: interpretazione e significato
A volte sono ricorrenti, altre volte capitano solo una volta ma rimangono impressi nella nostra mente e altre ancora svaniscono nel giro di pochi secondi dai nostri ricordi. I sogni sono stati considerati fin dall’antichità affascinanti e misteriosi, ricchi di significati nascosti ed interpretazioni. Nella cultura greca, il sogno era considerato un modo attraverso cui gli Dei comunicavano con l’uomo e uno strumento per conoscere il proprio futuro. Tra i filosofi, Platone considerava i sogni come l’espressione delle passioni interiori che finalmente possono liberarsi alla ragione, mentre l’approccio più meccanicista, vedeva il contenuto onirico come la pura espressione di un’attività mentale in assenza però di percezione. Sicuramente però il personaggio che viene più associato allo studio dei sogni è Sigmund Freud e la sua Interpretazione dei sogni. Secondo il fondatore della Psicoanalisi, il sogno è l’espressione dei nostri desideri inconsci, ovvero i desideri repressi di natura sessuale o contrari alla morale in cui viviamo.
Che cos’è il sogno e quando sogniamo
Il sogno può essere definito come un’attività mentale che si verifica durante il sonno, può presentarsi come un contenuto abbastanza dettagliato e coerente, spesso e volentieri con rimandi alla vita quotidiana, ma altre volte invece risulta bizzarro e senza un filo logico nella trama. Per tanto tempo si è ritenuto che fosse possibile sognare solo nella fase REM (Rapid Eye Movement) del sonno, ovvero quella fase chiamata “sonno paradosso” perché nonostante si dorma profondamente, l’attività cerebrale inizia a risvegliarsi e gli occhi si muovono rapidamente. Oggi invece sappiamo invece che sogniamo anche durante le fasi non REM (NREM).
Gli studiosi del sonno, grazie alle numerose ricerche sul campo, hanno scoperto qualcosa di veramente interessante: il contenuto del sogno cambia a seconda della fase del sonno in cui siamo. Se la persona si è da poco assopita, la trama del sogno di solito è abbastanza coerente e realistica e si avvicina a quel fenomeno che nelle neuroscienze viene chiamato vagabondaggio della mente. Cosa vuol dire che la nostra mente vaga? Ti sarà capitato sicuramente, in un momento di relax in cui non ti stai concentrando su nulla, di notare che a un certo punto (senza che tu lo voglia intenzionalmente) i tuoi pensieri hanno iniziato a scorrere liberamente, tornando sia indietro verso esperienze già vissute, ma anche in avanti verso piani futuri. Ecco, il sogno nelle prime ore di riposo è simile a questo vagabondare libero. Cosa succede poi? Più ci avviciniamo alla fase REM del sonno, più il contenuto del sogno inizia a diventare sempre più bizzarro, caotico e soprattutto carico di emozioni. Questo accade perché il sistema limbico, che ha un ruolo fondamentale nelle reazioni emotive e comportamentali, si attiva.
Se ti capita di svegliarti e ricordarti nei dettagli il sogno fatto, probabilmente stavi sognando proprio nella fase REM, poco prima del tuo risveglio. Sono infatti questi i sogni che si ricordano con maggiore facilità.

Perché sogniamo?
Una volta descritto il sogno e il suo contenuto, ci possiamo però chiedere: ma perché sogniamo?
Nell’approccio psicoanalitico, il sogno derivava dall’attività psichica e non cerebrale. Diverse ricerche invece dimostrano che il contenuto del sogno sia correlato con l’attività cerebrale. Grazie alle nuove tecnologie di stimolazione della corteccia, ovvero dello strato di materia grigia responsabile delle nostre capacità cognitive e sensoriali, possiamo predire il contenuto del sogno. Infatti, a seconda dell’area del nostro cervello che presenta cambiamenti nella sua attività, possiamo capire la natura del nostro sogno. Se ad esempio l’attivazione riguarda l’area cerebrale coinvolta nel riconoscimento dei volti, potremo affermare con sicurezza che stavamo sognando una persona. Nonostante nel sonno siamo isolati dagli stimoli esterni, la nostra mente è comunque in grado di produrre contenuti.
Cosa significano i sogni e a cosa servono?
Per Freud i sogni sono “la via regia all’inconscio”, perché in questa produzione di immagini emergono i nostri desideri inconsci rimossi, riconducibili alle nostre precoci esperienze infantili. Questi desideri e pulsioni a carattere principalmente sessuale non possono sottostare alla morale e alle norme sociali e quindi vengono censurati dall’Io. Durante il sonno però le difese dell’Io si indeboliscono e il contenuto rimosso può emergere attraverso i sogni, senza però mai mostrarsi in modo palese, ma piuttosto mascherato dietro dei simboli. Per questo motivo il lavoro di interpretazione è fondamentale per lo psicoanalista. Nel tempo le teorie di Freud sono state criticate per mancanza di base scientifica, mentre le prime teorie neuroscientifiche consideravano i sogni come semplici prodotti fisiologici senza significato, di cui quindi il contenuto non aveva valore.
Oggi, a più di un secolo di distanza dalla nascita della Psicoanalisi, conosciamo degli aspetti dei sogni a cui Freud non poteva avere accesso. Attraverso lo studio dei sogni, capiamo non solo in che modo le nostre esperienze quotidiane vengano riportate nel sogno, ma riusciamo anche a comprendere meglio le caratteristiche del sognatore stesso. Una delle recenti teorie sui sogni, sostiene che questi ci permettono di imparare, aiutandoci a padroneggiare il futuro. I sogni sono quindi estremamente importanti per la nostra memoria e apprendimento, specialmente quelli che avvengono nella fase REM perché, in questa fase, la mente confronta e mette insieme i fatti avvenuti nella giornata con gli avvenimenti del passato e così facendo la memoria si aggiorna e il nostro cervello cresce.
Non sogniamo solo episodi di vita quotidiana, ma spesso riviviamo, seppur in maniera deformata, alcuni momenti importanti della nostra vita, di solito accompagnati da forti emozioni. Dal punto di vista neurofisiologico, questo accade perché il susseguirsi di contenuti onirici dipende dall’attivazione di un circuito neuronale rispetto all’altro e quindi dalla dominanza di quello stesso sugli altri. Eventi della vita con un forte contenuto emotivo e più volte rielaborati anche da svegli, possono quindi presentarsi con più facilità nel sonno.
Queste scoperte ci mostrano che mentre dormiamo non ci stiamo solo riposando per prepararci a una nuova giornata, ma il nostro cervello si modifica, consolidando i ricordi e stimolando la nostra creatività. Un modo per tenere traccia di ciò che sogniamo e per affrontare meglio gli eventi della vita è tenere un diario dei sogni.
Fonti : Bear, M.F., Connors, B.W. & Paradiso M.A. (2007). Neuroscience, exploring the Brain. Lippincott, Williams & Wilkins. – Freud S. (1899). L’interpretazione dei sogni, in “Opere”, vol. III, Boringhieri, Torino, 1966. -G.Maira (14 giugno 2016). Neuroscienze: sonno e sogni, il cervello dopo mezzanotte. Sanità 24, Il Sole 24 ore. -P. Strata (2017). Dormire, forse sognare. Sonno e sogno nelle neuroscienze. Carrocci editore. -S. Klein (2015). I sogni. Viaggio nella realtà interiore. Bollati Boringhieri.