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FINANCE

Questionario antiriciclaggio (Anti Money Laundering o AML), cos'è?

18 ottobre 2023

Alessia Arnaldino

Persona al computer e simboli relativi all'antiriciclaggio

Il questionario antiriciclaggio permette di determinare “l’AML profile” dei propri clienti, ossia il profilo di rischio di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo. Per definirlo vengono usati criteri oggettivi e soggettivi.

In Italia, il questionario antiriciclaggio fa parte di quelle procedure definite KYC (acronimo di Know Your Customer, letteralmente “conosci il tuo cliente”) e rientra nei più ampi obblighi di legge derivanti dalle direttive antiriciclaggio dell’Unione Europea.

I soggetti obbligati che devono mettere in atto procedure KYC sono:

  • intermediari bancari e finanziari,
  • commercialisti e consulenti del lavoro,
  • notai e avvocati,
  • revisori legali e società di revisione,
  • agenti immobiliari,
  • mediatori civili,
  • prestatori di servizi di gioco,
  • prestatori di servizi di valuta virtuale.

Prendiamo a titolo d’esempio un intermediario bancario o finanziario: all’apertura di un rapporto con un cliente, il soggetto è tenuto a verificarne l’identità e a effettuarne il riconoscimento, oltre a definire il profilo di rischio di ciascun cliente per comprendere i potenziali rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Il controllo derivante dall’assolvimento degli obblighi in materia di prevenzione al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo è continuativo e deve essere fatto in modo costante sulla propria clientela. In caso di informazioni incongruenti, false o omesse da parte dell’individuo, sono previste delle sanzioni (anche in capo al cliente stesso) e la banca non può avviare (o mantenere in essere) il rapporto e deve valutare l’invio di una segnalazione di operazione sospetta.

AML: perché è importante

Come già indicato, la normativa antiriciclaggio, detta anche AML, ha lo scopo di prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 21/11/2007 n. 231 tempo per tempo vigente.

Che cosa significa “riciclare soldi”? Con questa terminologia si fa riferimento a tutte quelle attività che puntano a reinvestire proventi illeciti in attività lecite, per “ripulire” tale denaro e rendere difficile identificarne la provenienza. Per riuscire a immetterlo nuovamente in un’economia lecita, vengono spesso coinvolti intermediari finanziari o altri operatori economici e professionisti.

Per questo motivo è fondamentale definire un approccio basato sul rischio (c.d. Risk Based Approach) adottato dal singolo intermediario grazie anche al profilo di rischio della propria clientela, applicando le direttive fornite dall’Unione Europea. Il questionario antiriciclaggio è proprio uno degli strumenti a supporto di questo lavoro.

Quando viene richiesto il questionario antiriciclaggio?

Il questionario antiriciclaggio, così come tutte le informazioni necessarie a identificare e riconoscere l’individuo, viene sottoposto al momento dell’acquisizione di un potenziale nuovo cliente, detto anche Onboarding. È proprio in questo frangente che l’intermediario deve valutare se sia possibile instaurare il rapporto con una determinata persona, ma ricordiamo che tale controllo (ovvero la verifica di aggiornamento e coerenza delle informazioni fornite dal cliente con il questionario AML) dovrà essere continuativo e andrà portato avanti per tutta la durata del contratto.

Risulta quindi fondamentale adottare dei sistemi in grado di identificare e certificare l’identità dei possibili clienti in modo affidabile, ma mantenendo una customer journey semplice e user-friendly. Questo permette di essere compliant rispetto alla normativa vigente e di avere un vantaggio competitivo all’interno del mercato di riferimento. In quest’ambito si è oggi diffuso il Digital Customer Onboarding, che permette di acquisire nuovi clienti in modo interamente digitale e da remoto, affidandosi, anche, ad algoritmi di Intelligenza Artificiale abbinati a robusti presidi di sicurezza e controllo.

Euro in banconote e moneta
Digital Customer Onboarding e Intelligenza Artificiale. Quanto sono sicure e quali i vantaggi?

Come anticipato, sono sempre più diffuse le modalità di identificazione tramite strumenti/canali digitali a banche o istituti finanziari. La domanda che potrebbe sorgere è: quanto sono sicure?

Oggi, grazie allo sviluppo della tecnologia e dell’Intelligenza Artificiale, è possibile assolvere a tutti gli obblighi di legge e fornire un servizio affidabile anche mediante riconoscimenti tramite utilizzo della biometria e identificazioni digitali, che risultano essere molto più vicini alle esigenze mostrate dall’utenza.

Possiamo quindi riassumere i vantaggi offerti dal Digital Customer Onboarding e dall’Intelligenza Artificiale in tre punti:

  1. efficienza, in quanto tempi e costi vengono ridotti, visto che i dati vengono immagazzinati e controllati in modo automatico, riducendo l’intervento da parte degli operatori;
  2. sicurezza e compliance, poiché il rischio di frode si abbassa e l’identificazione, nonché il controllo dei documenti identificativi forniti, è automatizzata e affidata, anche, ai sistemi di Intelligenza Artificiale e a robusti presidi di sicurezza e controllo;
  3. user experience semplice e fluida.

Cosa prevede, per il cliente, un Onboarding digitale? Oltre alla classica acquisizione dei dati anagrafici, per poter identificare il soggetto verrà richiesto l’inserimento di un documento di identità in corso di validità e il riconoscimento visivo tramite selfie o video selfie. In alcuni casi, potrebbe essere possibile utilizzare anche l’identità digitale denominata SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Infine, il contratto verrà sottoscritto tramite firma digitale (in assoluto la forma più avanzata di firma elettronica).

Il riconoscimento biometrico facciale deve essere garantito da un’infrastruttura tecnologica avanzata in grado di attuare uno scrupoloso confronto con la fotografia presente sul documento identificativo utilizzato ed è importante implementare tecnologie e flussi con Autorità di Certificazione europea e gestori accreditati da AgID (Agenzia per l'Italia Digitale) dell’identità digitale (ivi compresa la SPID), in grado di offrire una sicurezza elevata e rigidi standard di conformità.

Per concludere, è importante riconoscere come tutto questo sia reso possibile dalla tecnologia, che entra a far parte delle nostre vite quotidiane, semplificandole sia dal punto di vista del cliente, che ha a disposizione soluzioni sempre più fluide esposte a un minor rischio (es. furto di identità), sia dal punto di vista degli istituti bancari e finanziari, che possono ottimizzare i processi e raggiungere elevati standard di sicurezza e compliance.